1) Nigeria, gli attentati di Boko Haram che nessuno
racconta
12
dicembre 2016 di: Antonella Napoli
Nessun
media importante ne ha dato notizia e chi ne ha parlato ha preferito porre
l’enfasi sul ‘ritorno’ di Boko Haram e sul ruolo delle due donne che venerdì
scorso si sono fatte esplodere nel nord-est della Nigeria. Giusto un cenno alle
vittime, il bilancio finale è stato di 60 morti e 43 feriti.
Eppure
la centralità di questi attacchi sono proprio loro. E non da venerdì.
Quanto
accaduto a Madagali, all’interno di un mercato, è solo l’ennesimo atto di
aggressione a una popolazione allo stremo.
Gli
jihadisti africani affiliati a Isis ogni giorno attaccano villaggi, rapiscono
donne e bambini e spargono sangue in tutto il Paese. E gli ‘strumenti’ con cui
compiono i loro orrori sono quasi sempre inconsapevoli e loro stessi vittime di
un’azione di terrore senza fine.
In
tutti noi ancora è nitida l’immagine rubata da una telecamera della
municipalità locale delle quattro bambine impaurite che qualche mese fa sono
state usate come bombe in una moschea a Maiduguri. Veri e propri ordigni umani,
non baby kamikaze, come qualcuno si ostina a chiamarle.
Non
c’è, quindi, termine più inappropriato, inadeguatamente sbagliato, per definire
queste vittime del terrorismo di stampo islamico.
Il
resoconto della Bbc è stato impietoso. Ci ha raccontato che l’attacco di cui
sono state incolpevoli artefici ha causato 40 feriti e 16 morti. Ci ha mostrato
le loro sagome con passo incerto. Poi la prima deflagrazione.
Gli
attentati sono avvenuti nello spazio antistante la più grande moschea della
cittadina nigeriana, poco prima della preghiera del venerdì, quando la zona era
molto affollata.
La più
piccola aveva solo 9 anni, la maggiore non ne aveva ancora compiuti 13.
Alla
più giovane del gruppo è stato ordinato di mettersi seduta nei pressi del luogo
di culto. Le altre quattro sono state posizionate poco lontane, vicino alla
residenza di un capo vigilantes.
Si
guardavano negli occhi, senza sapere cosa fare. Per un attimo, forse, avranno
pensato di scappare… Poi quattro esplosioni all’unisono, innescate a distanza,
hanno chiuso la partita straziando i loro acerbi corpi. Una fine veloce,
indolore… ma non per tutte.
Una
quinta bambina non è stata così ‘fortunata’. La sua cintura esplosiva si è
inceppata. Ha alzato le mani al cielo, ha cercato di salvarsi… ma le forze di
sicurezza non hanno avuto pietà, o scelta, e hanno esploso più colpi per
‘neutralizzarla’.
Due
settimane prima, in attacchi analoghi, erano morte altre 115 persone.
Né
l’ultimo, né il precedente attentato sono stati rivendicati ma le autorità
nigeriane li attribuiscono ai fondamentalisti di Boko Haram.
Da
quando è stato preso d’assedio lo Stato di Borno, oltre sette anni fa, è stato
un crescendo.
I
terroristi hanno dato il via alla loro guerra sanguinaria per l’instaurazione
della Sharia (la legge islamica), con un bilancio di oltre 20mila morti.
Le
violenze sono aumentate da quando, nel maggio dello scorso anno, è stato eletto
il nuovo presidente della Nigeria, il musulmano Muhammadu Buhari.
Da
subito Buhari si è distinto per la lotta contro gli integralisti, ottenendo
importanti successi e catturando molti esponenti del gruppo affiliato allo
Stato islamico.
Anche
per questo Boko Haram ha decisamente puntato sull’utilizzo di bambine e
adolescenti per compiere i terribili atti di terrorismo degli ultimi mesi.
E
tornando su questo punto, deve essere chiaro che gran parte delle giovanissime
vittime dei fondamentalisti si ritrovano ad agire senza essere consapevoli di
quanto loro stia accadendo, quando ciò non avviene contro la loro volontà.
(http://www.articolo21.org/2016/12/nigeria-gli-attentati-di-boko-haram-che-nessuno-racconta/)
Certo
che, ormai così è vicini alle feste, molti si danno da fare per dimenticare
mangiando e saltando, perché così c'è scritto nel calendario: si parla di
cenone, di prenotazioni per l'inferno, scusate… intendevo per gli spettacoli, anche
se non è sbagliato parlare di inferno, che però spiritualmente è vicino, ma fisicamente
è lontano.
L'inferno
per esempio è ad Aleppo, città tristemente rappresentativa per il genocidio che
dura da 5 anni, non ancora conquistata (dicono)
a suon di assassini contro civili, donne (stuprate) e bambini (cui ne fanno di
tutti i colori): e tutti questi sono affamati, hanno mangiato erba e foglie, bevuto
acqua inquinata, sono stanchi ma non dormono, perché gli scoppi non li fanno
più riposare, ma solo arrabbiare e distruggere psicologicamente. Queste sono le
feste vissute dagli abitanti di Mossul, Nigeria, Messico e Birmania. Ma che
importa? Sono lontani e le notizie sono magistralmente ed abilmente ritoccate
da direttori di media che non vogliono guastare le feste che ormai sono rese marce
da delinquenti, corrotti, bugiardi, affaristi sporchi e crudeli, politici che
non sanno quello che dicono, ma continuano a parlare e declamare idiozie da
paura.
Intanto
l'ISIS perfeziona i suoi kamikaze. Ora tocca alle bambine, magari a due o sei
alla volta, che vanno dove viene loro ordinato di andare e, una volta arrivate,
come ai mercati o assembramenti vari, qualcuno poco lontano schiaccia un tasto
e si scatena l'inferno. I media ora tacciono, qualche rara giornalista che va
in quei luoghi descrive scene inimmaginabili, ma non è cambiato nulla: continuano
ad aumentare le statistiche dei morti per la guerra, la fame, l'acqua, il
freddo e la mente che non accetta più il logorio continuo degli spari, dei
bombardamenti, delle paure ormai di tutto. Ormai gli auguri ed i regali
riciclati cercano di cancellare la logorante descrizione delle torture, degli eccidi
vari, delle fosse comuni e della scomparsa progressiva di parenti, figli, madri,
padri e volontari che resistono ancora in quei posti infami.
2) Aleppo, Mosca annuncia la fine della
battaglia (o strage criminale?)
Aleppo, ripresi i bombardamenti. Condanne
dall’Europa dopo l’ultimo assedio
Poche
ore prima delle notizie sull'accordo, l'Onu aveva lanciato l'allarme per le
atroci violenze ad Aleppo, dove l'esercito di Damasco e le milizie alleate
combattevano per riprendere il controllo della zona est.
MEDIO
ORIENTE 14 DICEMBRE 2016 08:13 di Susanna Picone
Ad
Aleppo i combattimenti, secondo un annuncio arrivato nelle ultime ore, dovevano
finire: l'esercito di Damasco controlla la città e ha messo fine
alle sue operazioni militari contro i ribelli nella parte orientale,
ha fatto sapere l'ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Vitaly Churkin, poco
dopo che è stata diffusa la notizia di un accordo per l'evacuazione della parte
di Aleppo in precedenza in mano ai ribelli. Una fonte militare siriana ha
confermato che un accordo per il cessate il fuoco è stato raggiunto, parlando
di un'evacuazione dei combattenti ribelli dalle 4 italiane di mercoledì.
La nuova intesa per riprendere l'evacuazione di civili e combattenti
armati è stata confermata anche dalle fazioni dei ribelli citate dai media
arabi. "Nelle prossime ore l'intesa verrà' implementata", e in
cambio, afferma un responsabile citato da Al Arabiya, i combattenti
anti-governativi consentiranno "una simile evacuazione da due villaggi
fedeli a Damasco sotto assedio nella regione di Idlib", le locatila' di
Foua and Kefraya
In città
però si attende ancora: secondo l'Osservatorio siriano sui diritti umani
non si hanno ancora notizie dell'avvio delle operazioni. Numerosi autobus,
secondo l'Osservatorio, si trovano ancora nei quartieri devastati dalla guerra
mentre i civili attendono per lasciare la città. Non si conoscono per il
momento i motivi del ritardo. Dopo che è stato annunciato il ritardo
nell'evacuazione da Aleppo est di civili e ribelli, prevista nell'accordo di
tregua, è arrivata anche un’altra notizia da parte di attivisti
dell'opposizione citati dall'agenzia Ap: nonostante il cessate il fuoco
annunciato ieri sera, stamani sono ripresi i bombardamenti governativi. Mosca
spera che la situazione ad Aleppo est possa essere risolta “in 2 o 3 giorni”,
ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov aggiungendo che le
richieste di tregua puntano “solo a dare respiro ai militanti”.
Le
atroci violenze compiute nelle ultime ore – Intanto, però, la vittoria
dell’esercito siriano porta con sé anche la notizia della morte di oltre 80
civili nelle ultime ore. Rupert Colville, portavoce delle Nazioni
Unite, ha detto che secondo i rapporti ricevuti le morti sono avvenute
mentre le forze filo-governative setacciavano le zone roccaforte dei
ribelli. Tra le vittime di Aleppo ci sarebbero anche undici donne e
tredici bambini. L’Unicef ha detto che un centinaio di bambini non accompagnati
o separati dalle loro famiglie sono rimasti intrappolati in un edificio sotto
attacco per diverso tempo. Dopo l’ultimo assedio la Commissione Internazionale
della Croce Rossa ha lanciato l'ennesimo appello secondo cui centinaia di
persone che non hanno mai preso parte alla guerra non hanno nessun posto dove
scappare. Dall’Italia la Farnesina ha chiesto che venga garantito pieno accesso
alle agenzie umanitarie dell'Onu ed all'Icrc in tutta Aleppo est, affinché si
possa assicurare assistenza e protezione alla popolazione. Amnesty
International ha rivolto un appello urgente a tutte le parti in conflitto
affinché la popolazione civile sia protetta.
Allarme
internazionale dopo l'ultimo assedio – La gravità della situazione ha spinto
Francia e Gran Bretagna a chiedere una riunione di emergenza del Consiglio di
Sicurezza, presieduta dal segretario generale dell’Onu Ban Ki moon. Il
presidente francese Hollande ha detto che ci sono 120.000 ostaggi sotto le
bombe ad Aleppo, una situazione “inaccettabile”, che “fa male al cuore a
tutti”, ha poi detto la cancelliera tedesca Merkel. “Non
lasceremo nulla di intentato presso il regime siriano, ma anche Russia e Iran”,
hanno aggiunto i leader di Germania e Francia, perché “la popolazione civile
venga protetta e il sostegno umanitario possa essere assicurato”.
Tour
Eiffel spenta per solidarietà Aleppo – La Tour Eiffel resterà spenta questa
sera in segno di solidarietà con la popolazione di Aleppolo ha deciso da Anne
Hidalgo, la sindaca di Parigi.
(Continua
su: http://www.fanpage.it/aleppo-mosca-annuncia-la-fine-della-battaglia-condanne-dall-europa-dopo-l-ultimo-assedio/
http://www.fanpage.it/).
Siria, Unicef: “Strage di bambini peggiore di
Bosnia e Ruanda”
(http://www.dire.it/14-12-2016/96012-siria-unicef-strage-di-bambini-peggiore-di-bosnia-e-ruanda/ riportato da http://www.intopic.it/notizia/10935525/)
3) Orrore a Damasco: una bimba di 8 anni
usata come kamikaze per un attentato
Una
bambina di otto anni sarebbe stata usata come kamikaze in un attentato in un
commissariato di polizia a Damasco. Lo riferiscono fonti siriane
filogovernative. La piccola è morta, mentre almeno un agente è rimasto ferito.
16
DICEMBRE 2016 19:10 di Susanna Picone
L'esplosione
che oggi ha scosso una stazione di polizia a Damasco, capitale della Siria,
sarebbe stata provocata da una bambina di appena otto anni. Una bambina che è
stata fatta saltare in aria con indosso una carica esplosiva. A riportare la
notizia è l’agenzia governativa siriana Sana, che comunica anche che i
terroristi avrebbero fatto entrare la piccola kamikaze in una stazione di
polizia nel quartiere di Midan e a quel punto avrebbero azionato l’ordigno a
distanza. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha confermato la notizia
dell’esplosione ma non l’età del kamikaze. Una fonte della polizia ha detto ad
Al-Watan che la bambina sembrava persa e che avrebbe chiesto di usare il bagno
quando l'esplosivo è stato fatto detonare. La piccola è morta nell’esplosione
mentre almeno un agente di polizia è rimasto leggermente ferito. Secondo altre
fonti, oltre alla bambina sarebbero rimaste uccise anche altre tre persone.
Il
dramma dei bambini in Siria – Intanto ad
Aleppo il regime siriano ha sospeso l'evacuazione
dei civili e dei combattenti dell'opposizione dalle ultime zone ancora in mano
ai ribelli lasciando così migliaia di persone intrappolate. E dall’Unicef
arrivano dati drammatici riguardo i bambini della città. Secondo Anthony Lake,
direttore generale Unicef, nelle ultime ventiquattro oltre 2700 bambini sono
stati evacuati da Aleppo orientale, alcuni dei quali malati, feriti o senza i
genitori. “Tuttavia – ha spiegato – centinaia di altri bambini vulnerabili sono
ancora intrappolati in questa parte della città e rischiano di morire se non
saranno evacuati in breve tempo”. “L'Unicef e i suoi partner sono in attesa,
pronti a evacuare questi bambini. Imploriamo tutte le parti coinvolte nel
conflitto di permetterci di portarli in salvo”, ha aggiunto il direttore
Unicef.
(Continua
su: http://www.fanpage.it/orrore-a-damasco-una-bimba-di-8-anni-usata-come-kamikaze-per-un-attentato/
- http://www.fanpage.it/).
Altre
fonti:
- Bimba
usata come kamikaze a Damasco
L’esplosione
ha colpito un edificio della polizia nel quartiere al-Midan, nel centro città.
(http://www.lastampa.it/2016/12/16/esteri/bimbakamikaze-fatta-saltare-in-aria-a-damasco-vj6Xs9sGaxW1ORb2HLES2J/pagina.html).
- Attentato
a Damasco: usata bimba di 8 anni come kamikaze
Attacco
kamikaze nella capitale siriana: l'attentatore era però una bimba di 8 anni. A
Damasco il primo attacco suicida compiuto da minorenni in Siria (di Anastasia
Latini)
- Siria,
Unicef: “Strage di bambini peggiore di Bosnia e Ruanda”
Mercoledì,
14 Dicembre 2016 Dire
(http://www.intopic.it/notizia/10935525/?
r=WAGJBxroaZBEQ&utm_source=alert&utm_medium=email&utm_campaign=alpha).
4) Ancora fiamme ad Aleppo: i ribelli
bruciano i bus destinati all’evacuazione
Ancora
fiamme ad Aleppo: i ribelli bruciano i bus destinati all’evacuazione
Sono
almeno 5 i pullman dati alle fiamme che avrebbero dovuto liberare parte della
popolazione che vive nella zona ad Est della città siriana. Intanto, è atteso
per il prossime ore il voto del Consiglio di Sicurezza dell'Onu sulla
risoluzione che chiede l'accesso immediato degli osservatori internazionali per
garantire gli aiuti umanitari.
MEDIO
ORIENTE 18 DICEMBRE 2016 16:51 di Ida
Artiaco
Non c'è
pace per Aleppo. I ribelli antigovernativi siriani hanno attaccato e
bruciato diversi pullman, almeno cinque, che per fortuna erano ancora vuoti e
che avrebbero dovuto essere usati per l'evacuazione dei villaggi sciiti nella
provincia di Idlib. Lo ha riferito la Bbc. Proprio l'evacuazione graduale di
questi centri faceva parte dell'accordo per la liberazione della popolazione
civile che vive nella parte orientale della città, ancora sotto il controllo
delle forze d'opposizione. Le operazioni sono condotte sotto la
supervisione della Croce rossa internazionale e la Mezzaluna rossa siriana, e
sono riprese normalmente, anche se a rilento anche a causa degli ultimi
scontri e dopo la momentanea sospensione dei giorni scorsi.
La tv
di Stato siriana accusa "terroristi armati", termine usato per tutti
i ribelli anti-Assad, mentre a loro volta i ribelli additano forze
pro-governative. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, il gruppo
Jabhat Fatah al-Sham — ovvero i qaedisti di Al Nusra — avrebbe tentato di
impedire ai bus l’accesso ai due villaggi sciiti. La preoccupazione della
comunità internazionale sulla situazione in cui continuano a vivere i
residenti, tra cui molte donne, bambini e ammalati, cresce ora dopo ora.
Sarebbero centinaia di migliaia le persone intrappolate nelle zone assediate di
Aleppo. In mattinata erano stati assegnati alle famiglie i numeri degli
autobus, alcuni dei quali sono stati però bruciati.
Intanto,
è atteso per le prossime ore il verdetto del Consiglio di Sicurezza
dell'Onu, che voterà su una risoluzione che chiede l'accesso immediato e
incondizionato a osservatori internazionali nelle zone assediate di Aleppo e in
tutta la Siria al fine di garantire la distribuzione degli aiuti umanitari. La
Francia ha avanzato una proposta nella quale si chiede al segretario generale
Ban Ki Moon di ridispiegare questi soggetti già sul posto per "effettuare
un controllo diretto e neutro e riferire in merito alle evacuazioni". La
risoluzione sottolinea inoltre che l'evacuazione dei civili "deve essere
volontaria e per destinazioni di loro scelta". L'ambasciatore russo alle
Nazioni Unite, Vitaly Churkin, ha detto che la Russia esaminerà la risoluzione,
ma si è detto scettico sull'invio immediato di osservatori.
(Continua
su: http://www.fanpage.it/ancora-fiamme-ad-aleppo-i-ribelli-bruciano-i-bus-destinati-all-evacuazione/
- http://www.fanpage.it/).
Fonti:
- Onu,
sulla Siria la Russia pone il veto e rilancia con una contro proposta
Domenica,
18 Dicembre 2016 Il Giornale
(http://www.intopic.it/notizia/10951394/?
r=WAGJBxroaZBEQ&utm_source=alert&utm_medium=email&utm_campaign=alpha).
5) Migranti, naufragio nell’Egeo: almeno 5
morti, anche 4 bimbi
La
tragedia al largo delle coste occidentali della Turchia, in slavo altre otto
persone recuperate dai soccorsi
EUROPA
20 DICEMBRE 2016 - 12:39 di Antonio Palma
Nuova
tragedia dell'immigrazione al largo delle coste occidentali della Turchia. Una
piccola imbarcazione con circa una quindicina di persone a bordo, che
probabilmente tentavano di raggiungere la Grecia, infatti è naufragata nelle
scorse ore nelle acque del Mare Egeo trascinando in fondo al mare almeno
5 persone. Ne danno notizia i media locali citando il governatore della città
costiera di Ayvalik, Namik Kemal Nazli, dove i cadaveri sono stati portati dopo
essere stai recuperati insieme ai superstiti dell'affondamento.
Tra le
vittime purtroppo figurano anche quattro bambini, il restante cadavere
recuperato dai soccorsi apparterrebbe invece ad una donna. Secondo le stesse
fonti, i soccorsi giunti sul luogo del naufragio sarebbero riusciti a trarre in
salvo altre otto persone che si trovavano sullo stesso natante, tra cui un
bimbo di 3 anni, ora ricoverato in gravi condizioni nel reparto di terapia
intensiva dell'ospedale della zona. Non è escluso che le vittime, tutti
cittadini afghani, appartenessero alla stessa famiglia che cercava di
raggiungere come tante altri gruppi familiari le coste dell'isola greca di
Lesbo.
(Continua
su: http://www.fanpage.it/migranti-naufragio-nell-egeo-almeno-5-morti-anche-4-bimbi/
- http://www.fanpage.it/).
6) Siria. Nessuno è in grado di dire quanti
siano i morti. Mercoledì un’iniziativa in Fnsi
Africa
del Nord e Medi oriente, Articoli, Esteri, 20 dicembre 2016 di: Riccardo Cristiano
Una
settimana dopo la caduta di Aleppo est per mano delle milizie khomeiniste,
dell’aviazione russa e di quel che resta dell’esercito siriano, l’Onu, come fu
nel caso di Sarajevo, è rimasto fuori dalla storia, non riuscendo neanche a
votare l’invio di osservatori e la garanzia di incolumità per chi decidesse di
lasciare la città. Aleppo cosí appare da giorni in balia degli eventi e di
plausibili razzie. Molti testimoni raccontano di atrocità indicibili,
ipotizzando una gigantesca deportazione di massa, al fine di rimodellare la
realtà demografica del Paese, probabilmente già in atto.
Il
termine genocidio per la Siria ormai è usato frequentemente. Nessuno è in grado
di dire quanti siano i morti. Davanti a questa tragedia epocale l’Europa è
distratta, esitante.
La
Fedierazione Nazionale della Stampa Italiana, l’Associazione dei Giornalisti
Amici di padre Dall’Oglio e Articolo 21 ritengono proprio dovere impedire che
tutto questo venga ridotto all’attesa di una sbandierata e mai effettuata
“evacuazione” che, oltre a non esserci, costituirebbe, se imposta, la fine del
diritto.
Mercoledì
21 dicembre alle 16,30 alla Fnsi (Roma,
Corso Vittorio Emanuele II n 349) ne parleremo con monsignor Domenico Mogavero,
vescovo di Mazara del Vallo, la professoressa
Anna Foa e l’imam di Trieste Nader Akkad. Apre l’incontro Raffaele
Lorusso, segretario Fnsi.
(http://www.articolo21.org/2016/12/siria-nessuno-e-in-grado-di-dire-quanti-siano-i-morti-mercoledi-uniniziativa-in-fnsi/).
7) Aleppo, l’allarme dell’Unicef: “4 mila
bambini rischiano di morire, sono rimasti soli”
Ennesimo
appello dell'associazione umanitaria nel giorno dell'#AleppoDay. Molti bambini
sono orfani e hanno bisogno di cure mediche. All’Unicef fa eco Save The
Children: "Centinaia di bimbi in condizioni di estrema vulnerabilità anche
per il freddo ed il gelo".
MEDIO
ORIENTE 22 DICEMBRE 2016 - 12:23 di Biagio Chiariello
Almeno
4 mila bambini sono intrappolati ad Aleppo Est e rischiano di morire
nell’inferno della guerra che in questi giorni infuria nella città siriana. E'
l'allarme lanciato dal portavoce di Unicef Italia, Andrea Iacomini nel giorno
dell'#AleppoDay. Sono in quel che resta della città, molti sono orfani e senza
famiglia, hanno bisogno di aiuto immediato o rischiano la morte". Mentre
l'evacuazione continua, "notizie non confermate riportano anche di bambini
e civili morti sui bus a causa del sovraffollamento: un fatto orribile. Occorre
vigilare perché certi fatti, se confermati, non si verifichino, sarebbe
paradossale, disumano". I bambini di Aleppo – prosegue il portavoce
di Unicef Italia – hanno vissuto esperienze devastanti durante l'assedio ora sono
esposti al trauma ulteriore della continua incertezza d'evacuazione o meno da
Aleppo est ed hanno bisogno di assistenza medica immediata". "Bisogna
fare in fretta – aggiunge Iacomini – perché ad Aleppo est sono finiti medicine,
acqua e riscaldamento, case ed ospedali sono ridotti in macerie. E' una corsa
contro il tempo. Molti dei bambini evacuati non sono vaccinati. Prima
dell'assedio la copertura vaccinale era appena del 30%, copertura che ora è
crollata ulteriormente fino alla fine dell'assedio”.
All’Unicef
fa eco Save The Children, che evidenzia come tra le circa 26.000 persone
arrivate nelle aree rurali di Aleppo e Idlib negli ultimi giorni, ci siano
tantissimi bambini e neonati, “in condizioni di estrema vulnerabilità anche per
il freddo ed il gelo, spesso malnutriti, dopo mesi sotto assedio senza cibo
adeguato”. Secondo quanto accertato dagli operatori umanitari
dell’associazione, in centinaia sarebbero i bambini rimasti soli, spesso
separati dai genitori nella confusione che si crea dopo la discesa dai bus con
i quali le popolazioni sono state evacuate da Aleppo est. "I loro volti e
le loro mani sono completamente neri e ricoperti di polvere di carbone, visto
che negli ultimi giorni hanno bruciato mobili e qualsiasi altra cosa pur di
riscaldarsi in qualche modo", spiega Muslem Essa, un operatore umanitario
impegnato con l'organizzazione locale Violet a Idlib. A peggiore il tutto c’è
poi la tempesta di neve che si sta abbattendo sulla Siria. “Queste famiglie
continuano a dormire in strada o in edifici bombardati, privi di cure mediche,
cibo e carburante”, prosegue Save the Children che sta fornendo aiuti
alimentari, sovvenzioni in denaro, coperte e kit di emergenza a migliaia di
famiglie sfollate.
(Continua
su: http://www.fanpage.it/aleppo-l-allarme-dell-unicef-4-mila-bambini-rischiano-di-morire-sono-rimasti-soli/
- http://www.fanpage.it/).
Fonti:
- “I
media di tutto il mondo mentono sulla Siria”. Il video (pieno di bugie) diventa
virale
Mercoledì,
21 Dicembre 2016 (Fanpage)
(http://www.intopic.it/notizia/10961669/?
r=WAGJBxroaZBEQ&utm_source=alert&utm_medium=email&utm_campaign=alpha).
- Siria,
Onu approva creazione di gruppo lavoro su crimini di guerra
Giovedì,
22 Dicembre 2016 (Tgcom)
(http://www.intopic.it/notizia/10965157/?
r=WAGJBxroaZBEQ&utm_source=alert&utm_medium=email&utm_campaign=alpha).
- Quelle
guerre dimenticate
Sabato,
24 Dicembre 2016 Gli occhi della guerra
(http://www.intopic.it/notizia/10972663/?
r=WAGJBxroaZBEQ&utm_source=alert&utm_medium=email&utm_campaign=alpha).
8) Il disperato appello degli orfani di
Aleppo: “Fateci uscire da qui”
I
bambini dell'orfanotrofio di Aleppo est hanno lanciato un drammatico grido
d'aiuto al mondo. La piccola Yasmeen di soli dieci anni chiede a tutte le
persone che hanno a cuore i diritti dei bambini di salvare lei e i suoi
"fratelli" dai bombardamenti. Sono affamati e impauriti e l'unica cosa
che vogliono è abbandonare la città al più presto.
MEDIO
ORIENTE 15 DICEMBRE 2016 18:29 di Mirko
Bellis
Con
indosso un cappello di lana rossa, la piccola Yasmeen Qanouz, una bambina
siriana di 10 anni ha lanciato un disperato appello al mondo intero. E’ rimasta
intrappolata nell'inferno di Aleppo assieme ad altri 47 bambini
nell'orfanotrofio Moumayazoun nella parte orientale della città.
Il
video di un minuto è stato rilasciato dalla Syrian American Medical Society,
un'organizzazione no profit negli Stati Uniti formata da centinaio di medici
siriani e americani.
Nel
filmato Yasmeen è circondata dagli altri bambini dell’orfanotrofio, alcuni poco
più che neonati. Nel suo straziante grido d’aiuto rivolto “a tutte le persone
che hanno a cuore i diritti dei bambini”, la piccola afferma di vivere nella
struttura da due anni, da quando ha perso i genitori. Nonostante la sua giovane
età, Yasmeen è cosciente del pericolo che sta vivendo e dice: “Questo potrebbe
essere l'ultima volta che mi vedete o sentite la mia voce".
Nella
stanza poco illuminata, gli altri bambini rimangono silenziosi e pallidi in
volto ad ascoltare le parole della loro compagna. Sperano di riuscire ad
abbandonare Aleppo e di poter alimentarsi ma hanno paura dei raid aerei e per
questo non osano lasciare l’orfanotrofio. "Mi appello alle organizzazioni
per i diritti umani e le organizzazioni per i diritti dei bambini in tutto il
mondo: aiutateci ad uscire da Aleppo”. Il loro desiderio più grande è quello di
vivere in pace “come qualsiasi altro bambino del mondo”.
In
questo orfanotrofio sono rimasti solo dieci adulti ad occuparsi dei piccoli.
Gli altri, secondo quanto ha affermato al Daily Mail, Muhammad Azraq, il
direttore del centro, hanno deciso di abbandonare la struttura dopo
l’intensificarsi dei bombardamenti. “I bambini mi hanno chiesto di fare il
video e di inviare le loro parole per mostrare al mondo ciò che sta accadendo
ad Aleppo”, ha dichiarato Azraq. La situazione dei piccoli è disperata. “Molti
di loro soffrono malnutrizione – ha aggiunto il direttore – e alcuni
stanno letteralmente morendo di fame”. Il bambino più piccolo ha solo 10 mesi ed
è stato estratto dalle macerie solo il mese scorso. Lui ce l’ha fatta ma tutta
la sua famiglia è rimasta uccisa da un bombardamento. “Resterò a proteggere i
bambini. Sono come i miei fratelli, i miei figli”, ha concluso Azraq.
Per
questi bambini, come per gli altri civili dei quartieri appena riconquistati
dall'esercito regolare siriano, l’evacuazione non sarà semplice. Questa mattina
un convoglio è stato attaccato da una milizia sciita filo-Assad e il bilancio è
di quattro persone uccise e altre quattro ferite. Gli autobus e le ambulanze
dovranno portare, lungo un corridoio lungo 21 chilometri, 5.000 miliziani con i
membri delle loro famiglie e tutti i civili che intendo abbandonare la città.
Da
quando è iniziato la guerra civile in Siria, secondo l’Osservatorio siriano per
i diritti umani, sono morti quasi 16.000 bambini.
(Continua
su: http://www.fanpage.it/il-disperato-appello-degli-orfani-di-aleppo-fateci-uscire-da-qui/
- http://www.fanpage.it/).
Pazzesco
l'uso di espressioni indicanti la fine della battaglia di Aleppo da parte di
diversi media quando tutti sanno che è stata una strage cruenta, una pulizia etnica
di persone inermi senza alcun sussidio a causa della distruzione di ospedali, affamati,
disidratati, psicologicamente stressati, ai limiti della sopravvivenza e che tentavano
di fuggire da bombardamenti continui ed uccisioni casuali: i militari entravano
nelle case e uccidevano torturando, mentre altri civili inermi che tentavano di
fuggire dal massacro che arrivava da ogni parte spesso erano uccisi, non
importa se bambini, donne, anziani, feriti. Cadaveri umani di ogni età lungo la
strada dove passava la gente che tentava di fuggire coi bambini e pochissimi bagagli,
freddo, cecchini ancora pronti a far fuoco su tutto quello che vedevano
muoversi… e questa la chiamano battaglia.
Le
nazioni interessate lanciano rimandi tra loro sulle responsabilità, altre, forse
le più interessate, tacciono, promettono soluzioni che sono subito sconfessate.
Ambulanze e camion pieni di generi di base per sopravvivere fermi alla
frontiera in attesa che qualcuno rilasci un via libera per soccorrere chi,
ormai sempre meno, urla per il dolore fisico e psicologico.
Le
statistiche cambiano di giorno in giorno e in base alla fonte da cui
provengono. Certo che non è una soluzione anche il cessare il fuoco che dopo un
giorno o due riprende e non si sa con quali intenti, ma facilmente intuibili. Si
dice che chi avrebbe sopraffatto gli altri lascerà passare chi depone le armi, ma
poi sarà veramente così? Se entrano nelle case e uccidono tutto quanto si muove
come ci si può fidare? E le nazioni stanno a guardare, fanno grandi riunioni, ma
le vittime che raggiungono qualche nazione ospitante parlano di ben altro e
invocano aiuto per chi è ancora nei seminterrati, perché ormai non ci si fida
più di nessuno. Tutti piangono qualcuno che non li ha abbandonati, ma è stato
ucciso dopo tortura o altro; gridano le vittime che si sono salvate anche se
portano i segni sul corpo della loro fuga e implorano pietà per chi è ancora là
ad aspettare, aspetta non sa che cosa e pensa, extrema ratio, alla fuga che non
conosce.
Ed
intanto leggiamo che i bimbi sono usati come proiettili a lungo raggio, facendoli
esplodere con il telecomando, uno, due o sei alla volta... Li fanno esplodere perché
le bimbe non sono veramente sicure di quello che succede, né lo sapranno mai perché
a un tratto le fanno esplodere e loro sono sventrate da quelle bombe perché
qualcuno, non esposto, preme l'interruttore d'accensione dell'esplosivo. Bravi!
Proprio bravi quei massacratori, vigliacchi fino alla fine, perché non si sa
cosa promettono a quei bimbi che indubbiamente rimbambiscono, anche a causa
della somministrazione di captadon, flakka o altro per togliergli il senso
critico che ricorderebbe loro che hanno una vita da vivere, agendo così come
automi per poi morire squartati dalle bombe che indossano.
Da
ultimo assistiamo ad una perversa e ormai consueta sostituzione di nomi per
confondere chi legge, nomi che non cambiano nulla, ma servono ad imbrogliare la
gente che legge queste allucinanti modalità espressive inventate sempre più per
confondere, da menti abituate a generare confusione. Adesso i migranti sono
stati suddivisi in due classi: quelli che provengono da guerre e quelli che
fuggono dalla miseria e da altre calamità provocate dall'uomo, che si chiamano “migranti
economici”. Ci si chiederebbe il perché, ma è inutile tentare di penetrare nella
mente di coloro che devono fare i giochetti ad uso e consumo dei politici. I
migranti dalla guerre sono accolti secondo le leggi traballanti che ci sono ora,
gli altri quelli “economici” possono essere ricacciati nei posti da dove provengono,
non importa se al loro paese non c'è più nulla e se possono essere uccisi da
pallottole vaganti: sono rimandati indietro dopo tutti gli sforzi ed i
borseggiamenti che hanno subito. Anche se il loro numero non è più quello di
partenza non ha importanza: i pensatori di questi imbrogli sono sempre i soliti
e riempiono gli uffici governativi pronti solo a sostituire nomi e a rendere difficile
ciò che dovrebbe essere espresso in maniera facile e comprensibile.
Alcune
volte, se si riesce a leggere, si rinuncia a capirci, ma intanto quel guazzabuglio
di nomi passa per legge o applicazione di normative, anche se la grammatica e
la logica irripetibile nasconde una profonda parentopoli al servizio di chi
vuole imbrogliare la gente spesso proveniente da studi accelerati grazie a
modalità occulte, ma reali.
Perciò
i migranti “economici” andrebbero avvisati di cosa si cela dopo il faticoso e pazzesco
viaggio compiuto per trovare da vivere un pochino meglio, ammesso che lo sia.
Aspettiamo altri cambiamenti, declamati come soluzioni attuali che sono pronte
ad essere sostituite da altre di comodo da parte di chi comanda, mentre parecchi
politici si alternano a presentare le soluzioni scritte da altri.
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